"La cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali" è ufficialmente iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale, dallo scorso 16 dicembre 2021.
Una cultura che si tramanda da generazioni anche nel nostro territorio, basti pensare alla Valle Ghenza, alla Valcerrina oppure al Moncalvese, aree in cui è forte la tradizione di Fiere Nazionali e Regionali del Tartufo in cui è protagonista il fungo ipogeo cercato e cavato dai trifulau (i cercatori di tartufo) con i loro fedeli tabui (i cani da tartufo).
Come si legge sul sito della
Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO, la “Cerca e cavatura del tartufo” è costituita da un insieme di conoscenze e pratiche tradizionali trasmesse oralmente di generazione in generazione e ancora ampiamente diffuse nelle campagne del nostro Paese. La “caccia” al tartufo si divide in due momenti: la
caccia vera e propria, ovvero la capacità di identificare le piante dalle cui radici cresce il tartufo; l’
estrazione, eseguita con l’aiuto di un cane appositamente addestrato e con strumenti che consentono di estrarre il tartufo senza danneggiare il terreno circostante. Per saper trovare il tartufo è necessario anche disporre di un’ampia gamma di capacità e conoscenze su clima, ambiente e vegetazione.
Grazie alle Associazioni di Tartufai ed alle proposte turistiche organizzate dagli operatori del territorio, è possibile
vivere in prima persona l'esperienza della cerca e cavatura del tartufo; per maggiori informazioni potete inviare una mail a iat.casalemonferrato@alexala.it oppure potete visitare la sezione
Proposte Turistiche del sito dell'ATL Alexala - Agenzia Turistica Locale della provincia di Alessandria.
Ph. da sito web Alexala